Frontier Communications, un ISP che serve circa 3 milioni di abbonati, è stata citata in giudizio dalle etichette discografiche Warner, Sony e Universal per non aver intrapreso azioni contro i suoi utenti che piratano la musica (tramite Ars Technica).< /p>
Le etichette discografiche affermano nella loro denuncia (PDF) che non solo Frontier non è riuscita a disconnettere le persone che hanno ripetutamente piratato, ma le ha persino incoraggiate pubblicizzando la possibilità di “scaricare 10 canzoni in 3.5 secondi” e ha approfittato del risultato. Le etichette affermano anche che Frontier ha ignorato la pirateria dei suoi abbonati in modo da poter continuare a riscuotere i canoni di abbonamento, affermando che l'ISP ha valutato il profitto rispetto alla responsabilità legale.
Frontier nega ogni illecito, dicendo a The Verge che ha terminato i clienti quando i detentori del copyright si lamentano. L'ISP intende “difendersi con vigore”.
La causa, che è stata intentata nello stato di New York, chiede i danni a Frontier per i suoi abbonati che hanno violato quasi 3.000 opere protette da copyright dopo che l'ISP è stato ripetutamente informato della loro violazione. Un elenco di canzoni piratate (PDF) include Thank U, Next di Ariana Grande, Verge (nessuna relazione con questa pubblicazione) di Owl City e Rich as Fuck di Lil Wayne con 2 Chainz.
Le etichette chiedono $ 300.000 per violazione, il che metterebbe l'ISP in difficoltà per oltre $ 850 milioni. Vale la pena notare che Frontier Communications è emersa dalla bancarotta del capitolo 11 il mese scorso: dover pagare così tanti danni non sarebbe un bene per nessuna azienda, ma soprattutto non per una che sta uscendo da quella situazione.
È difficile prevedere di fare causa agli ISP che lavorano per fermare la pirateria musicale
Warner, Sony e Universal hanno anche fatto causa ad altri ISP come Charter e Cox per motivi simili, vincendo un premio di $ 1 miliardo da quest'ultimo (anche se quel caso è ancora in fase di appello). E negli ultimi 20 anni, l'industria musicale ha provato diversi approcci per arginare la pirateria online, dal citare in giudizio gli individui alla collaborazione con gli ISP per creare un sistema di scioperi.
Gli approcci non hanno funzionato. sono stati particolarmente efficaci e sono stati in gran parte abbandonati, ed è difficile prevedere la tattica di citare in giudizio gli ISP che lavorano per fermare la pirateria musicale. E, come sottolinea Ars Technica, gli ISP costretti a tagliare fuori i pirati potrebbero influenzare anche altre persone che vivono con loro, negando a intere famiglie l'accesso a una parte fondamentale della vita moderna.